Oggi ho il grande onore di ospitare la quarta tappa del blogtour di "Tre Minuti di Me", primo romanzo di una trilogia New Adult, scritta dalla mitica Antonella Senese e pubblicata da Libro Aperto International Publishing, di cui l'autrice è fondatrice.
In questa tappa, vi riporto la mia recensione del romanzo e la presentazione del secondo libro, "Tre Minuti Solo Per Me", con tanto di prologo completo. Ma prima, vi lascio un po' di informazioni su "Tre Minuti di Me".
Titolo: Tre Minuti di Me
Autore: Antonella Senese
Anno: 2014
Editore: Libro Aperto International Publishing
Genere: Fiction/Romance/New Adult
Pagine: 200
Illustratore: Catnip Design
ISBN: 9781910442098
TRAMA
La musica è la loro vita
L'amore sarà la loro salvezza
«Tre minuti per farlo innamorare di me. Tre minuti sono bastati a me per amarlo.»
Da quando una terribile tragedia le ha strappato la sua famiglia, la pianista e promessa della musica Amie ha abbandonato la sua più grande passione, vivendo nel senso di colpa e chiudendosi in se stessa e nel suo silenzio.
Adam è in continua lotta con il suo lato oscuro. La sua musica è tutto ciò che gli resta e solo in essa riesce a trovare una valvola di sfogo alla sua rabbia, un modo per non lasciare che questa prenda il sopravvento.
L’incontro fra i due è qualcosa d’inspiegabile e d’irrazionale: l’amore arriva, impetuoso, passionale e incontrollabile. Amie e Adam non riusciranno a sottrarsi al forte legame che spinge l’una verso l’altro, un legame fatto di note e di sentimenti contrastanti, che li porteranno a fare i conti con il loro passato.
Riuscirà l’amore a renderli liberi?
L'AUTRICE
Antonella Senese è nata a Napoli e vive a Dublino. Autrice, editor, traduttrice e divoratrice di libri, ha conseguito una laurea in Lingue e Letterature Straniere per la Comunicazione Multimediale e un Master in Editoria. Nel 2011 ha fondato la casa editrice Libro Aperto International Publishing, che pubblica autori emergenti e non in lingua italiana e in lingua inglese.
Ha pubblicato due romanzi, Un attimo eterno da rivivere all'infinito (2010) e Le Parole che restano (2012), il manuale Piccolo manuale per scribacchini (2012) e il saggio breve Non chiamatemi Anto (2013). Nel 2014 pubblica Empty Words, traduzione del romanzo Le parole che restano, destinato al mercato inglese. Tre minuti solo per me è il suo ultimo romanzo (2015).
LA MIA RECENSIONE DI "TRE MINUTI DI ME"
Ho scoperto questo libro qualche mese fa su Goodreads e la trama mi aveva completamente conquistata, perciò ho approfittato subito di quest'occasione per poterlo finalmente cominciare.
Se dovessi dire tre parole che mi vengono in mente pensando a questo romanzo, probabilmente sarebbero amore, dolore e musica.
Questa è una di quelle storie che ti trascinano, non lasciandoti andare neanche dopo aver finito il libro (o, in questo caso, la serie), e che ti impediscono di staccare gli occhi dalle pagine, chiedendoti di non interromperla.
Amie è all'ultimo anno alla Brown ed è una musicista: è un genio del pianoforte, canta e scrive. Ma qualche mese prima i suoi genitori sono morti in un incidente d'auto davanti ai suoi occhi, e da quel momento nella sua vita sono subentrati gli incubi e il dolore, che hanno spostato la musica in secondo piano. La ragazza, infatti, non riesce più a comporre né a parlare.
Adam proviene da un famiglia dell'alta società, ma da quando il fratello maggiore è morto 5 anni prima in un incidente in cui il più giovane era alla guida, i suoi genitori hanno cominciato a incolparlo della morte del "figlio perfetto". Così, decide di mollare tutto, anche la carriera che il padre avrebbe voluto che seguisse, quella del chirurgo, per dedicarsi alla sua più grande passione: la musica.
Una sera in cui Adam doveva suonare in un locale, decide di cantare la canzone che aveva scritto per il fratello e, in quel momento, incontra due occhi che rispecchiano pienamente la sua sofferenza.
Da qui inizia la storia tra i due giovani, in cui all'inizio è il dolore che provano a unirli. Pian piano, però, il loro legame diventa anche qualcos'altro e presto capiscono di essersi salvati a vicenda.
Se dovessi dire tre parole che mi vengono in mente pensando a questo romanzo, probabilmente sarebbero amore, dolore e musica.
Questa è una di quelle storie che ti trascinano, non lasciandoti andare neanche dopo aver finito il libro (o, in questo caso, la serie), e che ti impediscono di staccare gli occhi dalle pagine, chiedendoti di non interromperla.
Amie è all'ultimo anno alla Brown ed è una musicista: è un genio del pianoforte, canta e scrive. Ma qualche mese prima i suoi genitori sono morti in un incidente d'auto davanti ai suoi occhi, e da quel momento nella sua vita sono subentrati gli incubi e il dolore, che hanno spostato la musica in secondo piano. La ragazza, infatti, non riesce più a comporre né a parlare.
Adam proviene da un famiglia dell'alta società, ma da quando il fratello maggiore è morto 5 anni prima in un incidente in cui il più giovane era alla guida, i suoi genitori hanno cominciato a incolparlo della morte del "figlio perfetto". Così, decide di mollare tutto, anche la carriera che il padre avrebbe voluto che seguisse, quella del chirurgo, per dedicarsi alla sua più grande passione: la musica.
Una sera in cui Adam doveva suonare in un locale, decide di cantare la canzone che aveva scritto per il fratello e, in quel momento, incontra due occhi che rispecchiano pienamente la sua sofferenza.
Da qui inizia la storia tra i due giovani, in cui all'inizio è il dolore che provano a unirli. Pian piano, però, il loro legame diventa anche qualcos'altro e presto capiscono di essersi salvati a vicenda.
Lo stile è Antonella è fluido, scorrevole e limpido. Riesce ad attrarre il lettore fin nelle profondità della storia e dell'animo dei protagonisti, facendogli condividere le gioie e i dolori.
Inoltre, adoro i libri con a tema la musica, e questo non è da meno, considerando che contiene anche due canzoni inedite, scritte dal gruppo Crew Control.
Il finale aperto pianta le basi del secondo romanzo della serie, invogliando a continuare la lettura. Ciononostante, condivido la scelta dell'autrice di concludere il libro in quel modo.
Vi consiglio vivamente di leggerlo perché, anche nella sua brevità, riesce a smuovere le vostre emozioni più profonde.
Il mio voto: 4,5 rune
Ma le sorprese non sono finite, perchè avrete l'onore di leggere il prologo del secondo capitolo della trilogia che, come il primo, contiene un brano completamente inedito, (ricordo che le canzoni inedite sia del primo libro che del secondo sono scaricabili da tutte le piattaforme musicali).
ANTEPRIMA: "TRE MINUTI SOLO PER ME"
Titolo: Tre minuti solo per me
Autore: Antonella Senese
Anno: 2015
Editore: Libro Aperto International Publishing
Genere: Romance/New Adult
Pagine: 204
Illustratore: Catnip Design
ISBN: 9781910442227
TRAMA
Non avrei dovuto lasciarla, ho combinato un disastro dopo l’altro. Non merito una seconda possibilità, ma ora sono diverso, sono tornato per rimediare. Sono tornato per lei. Amie ed io ci apparteniamo e farei di tutto purché mi ami ancora.
Adam se n’è andato portandosi via ogni cosa: la musica, l’amore, la speranza. Tutto sembrava essere svanito insieme a lui, finché un giorno i miei occhi non sono diventati i suoi occhi e sono stata catapultata nella sua anima, nella sua sofferenza, nella sua vita, senza averlo chiesto.
Non avrei dovuto lasciarmi trascinare nella sua vita, non avrei dovuto toccare il suo dolore, ma è successo e da quel momento niente è stato più lo stesso. Non sarebbe dovuto accadere. Non con lei. E ora sono suo, irrimediabilmente suo.
Sono Jess, l’eterno secondo e non c’è niente al mondo che possa cambiare il mio destino.
PROLOGO DI "TRE MINUTI SOLO PER ME"
Amie
Mi guardo nello specchio del bagno del locale. Indosso un abito che non rappresenta il mio genere. È lungo, nero, con una profonda scollatura sulla schiena. Scende liscio accarezzando il mio corpo, mettendo in risalto le forme che di solito non metto in mostra. Sul davanti è ricoperto di strass che sotto le luci del palco mi daranno un tocco etereo, facendomi risplendere. I capelli sono tirati su in uno chignon elegante che mi dà un’aria matura. Sono truccata leggermente, eyeliner nero e rossetto rosso che rende le mie labbra piene e suadenti.
Ho un’aria diversa rispetto ad alcuni mesi fa.
Sono diversa.
Mi sono lasciata tutto alle spalle, la vita a Providence, l’università, la mia casa e sono venuta qui, a New York, in cerca di qualcosa, in cerca di me.
Lavoro in questo locale da due mesi. È un posto alla moda, elegante, con una clientela selezionata. Per questo mi sono dovuta dare un tono.
Quando mi sono presentata qui in cerca di un posto dove suonare, il padrone mi ha guardata dall’alto in basso, con aria di superiorità e di scherno. Credeva fossi solo una ragazzina con la fissa di sfondare nel mondo della musica. Le mie parole non lo hanno persuaso, quindi ho dovuto quasi pregarlo di farmi un provino.
E allora mi ha creduto. È rimasto affascinato dal mio tocco, dice, e dalla mia presenza scenica. Nonostante indossassi una maglietta dei Guns N’ Roses – sì, la sua, ancora quella – e un paio di jeans sbiaditi, quando ho attaccato a suonare e a cantare, dice di essere rimasto incantato, in estasi, ed è proprio quello che vuole accada ai suoi clienti quando vengono qui.
Sono la stella del locale, se così si può dire. Sono qui cinque sere la settimana, le altre due vengo sostituita da una Jazz Band che devo dire, ascolto con piacere.
Mi ricorda la band di papà.
Quando non mi esibisco sono all’ingresso, ad accompagnare i clienti ai tavoli. Avevo bisogno di soldi per vivere da sola a New York, quindi, in pratica, lavoro sette giorni su sette e non mi dispiace, almeno mi tengo impegnata.
Sono sempre qui. Vivo al piano di sopra. Si dà il caso che il padrone del locale possegga tutto l’edificio, appartamenti compresi. Non si tratta di un vero e proprio appartamento in effetti, è più uno studio. Un angolo cottura, un saloncino in cui dormo anche e il bagno. Tutto qui. Ma posso usufruire della terrazza dell’ultimo piano, dove trascorro spesso le nottate, non riuscendo ancora a dormire tranquillamente.
Mi piace stare qui. Vivo con poco e suono. Certo, non suono nulla di mio, devo accontentare la clientela. Musica contemporanea, canzoni del momento, qualche volta resto sul classico e mi lascio andare a un po’ di Jazz in onore di papà, in base alle richieste e alla clientela della serata.
Stasera c’è il pienone, ma non mi sento agitata, sono a mio agio qui. Niente pensieri, niente drammi, poche distrazioni. Solo io, il piano e la musica.
Vivo in una precaria serenità che difendo con i denti. Non posso permettermi altro al momento.
Potrei restare qui per sempre.
Sono le otto, è arrivato il momento di dare inizio alla serata, d’intrattenere gli ospiti che stanno cenando o semplicemente sorseggiando un drink.
Per questa sera ho pensato a qualcosa di Elton John che va per la maggiore, sempre apprezzatissimo. Poi pensavo di dare sfogo alle mie dita con Miles Davis o Billy Joel. Vorrei dare un tocco di eleganza a questa serata. E per chiudere qualcosa di più attuale, di più commerciale e apprezzabile per un pubblico eterogeneo. The Reign of Kindo o John Legend.
Salgo sul palco dedicato a noi musicisti e le persone mi accolgono con un caloroso applauso. Sono quasi tutti clienti abituali, mi conoscono e mi apprezzano. Ne sono lusingata.
Prendo posto al piano, accarezzo un po’ i tasti prima di iniziare, così, giusto per scaldarmi. Mi schiarisco la voce, guardo il mio pubblico e sorrido, per ringraziarli dell’accoglienza, lanciando un’occhiata in sala.
E poi eccoli. Sono loro. Li riconoscerei in mezzo a centinaia di altri occhi.
In piedi, in fondo alla sala, accanto all’entrata.
Una visione.
È bellissimo, come me lo ricordavo. Indossa una maglietta un po’ troppo grande dei Led Zeppelin, i suoi soliti jeans e il suo sorriso ammaliante.
Mi guarda. Oh, certo che mi guarda. E mi sorride.
Non distolgo il mio sguardo, lascio che si perda nei miei occhi e che anneghi con me.
Adam
Non ci ho messo molto a trovare il posto, è conosciuto in città e appena ho comunicato il nome del locale al tassista, è subito partito a razzo, pressato dalla mia agitazione.
La parte più difficile è stato convincere la donna all’ingresso a farmi entrare. Pare sia un posto un po’ chic ed io, be’, sono sempre lo stesso.
La mia maglietta dei Led Zeppelin non deve aver avuto effetto su di lei e neanche la mia aria trasandata, da musicista spiantato. Per entrare ho dovuto fare il suo nome, dirle che sono il suo ragazzo e lei mi ha guardato con circospezione. E ora che la vedo capisco perché.
Non è più la mia Amie.
È un’altra persona.
È sempre stupenda, bellissima e i suoi occhi risplendono sotto le luci del palco. È elegante, come tutto in questo posto. Sembra maturata, cresciuta. Sembra adulta.
Ha un’aria così fiera e sicura di sé, molto lontana dalla ragazza impaurita che accarezzava il piano tremando.
Il suo vestito – dio, come le dona, anche se non è il suo genere – scende accarezzando le sue curve e mettendole in risalto ed io non faccio che pensare che vorrei strapparglielo di dosso e farlo a brandelli con i denti.
Quanto ho sognato il suo corpo. Ogni fottutissima notte in questi mesi lontano da lei.
Ho fatto un casino, anzi, un casino dopo l’altro. Sono stato un idiota, non avrei mai dovuto lasciarla, mai dovuto cadere in tentazione, mai negarmi al telefono.
Che diavolo mi è preso?
Perché ho allontanato da me l’unica persona che mi abbia mai dato amore nella vita?
Dovevo cercare me stesso, trovare la mia strada e bla, bla bla. Ma a chi la do a bere. La verità è che non ero pronto, avevo paura che tutto mi scoppiasse fra le mani. O forse avevo solo paura di soffrire.
Che gran cazzone.
E ora sono qui, a cercare di rimediare alle mie stronzate, a riprendermi la mia Amie, a qualunque costo.
Farei qualsiasi cosa per averla tra le mie braccia.
Ma è ancora la mia Amie?
Mi ha visto. Mi ha agganciato. Fissa il suo sguardo su di me senza tradire alcuna emozione.
Mille pensieri si accavallano nella mente mentre non so cosa fare, non so cosa dire.
Devo andare da lei? Devo restarmene in disparte in attesa che sia lei a venire da me? Oppure devo andarmene, voltarmi e non guardarmi più indietro perché lei mi ha dimenticato?
Mi rimane solo una cosa.
Le sorrido. Con gli occhi, con le labbra, con il cuore.
Sorrido e spero in un suo cenno, qualunque questo sia, qualunque cosa comporti.
E poi dischiude le labbra.
What would I do without your smart mouth?
Drawing me in, and you kicking me out
You’ve got my head spinning, no kidding, I can’t
pin you down
What’s going on in that beautiful mind I’m on your magical mystery ride
And I’m so dizzy, don’t know what hit me, but I’ll be all right
My head’s under water
But I’m breathing fine
You’re crazy and I’m out of my mind
‘Cause all of me
Loves all of you
Love your curves and all your edges All your perfect imperfections Give your all to me
I’ll give my all to you
You’re my end and my beginning Even when I lose I’m winning ‘Cause I give you all of me
And you give me all of you
How many times do I have to tell you
Even when you’re crying you’re beautiful too
The world is beating you down, I’m around through every mood
You’re my downfall, you’re my muse
My worst distraction, my rhythm and blues
I can’t stop singing, it’s ringing, in my head for you
My head’s under water
But I’m breathing fine
You’re crazy and I’m out of my mind
‘Cause all of me
Loves all of you
Love your curves and all your edges All your perfect imperfections Give your all to me
I’ll give my all to you
You’re my end and my beginning Even when I lose I’m winning ‘Cause I give you all of me
And you give me all of you
Give me all of you
Cards on the table, we’re both showing hearts Risking it all, though it’s hard
‘Cause all of me
Loves all of you
Love your curves and all your edges All your perfect imperfections Give your all to me
I’ll give my all to you
You’re my end and my beginning Even when I lose I’m
winning ‘Cause I give you all of me
And you give me all of you
I give you all of me
And you give me all of you
E poi mi guarda ancora e mi sorride.
Oh, sì, è la mia Amie.
Se volete vincere una copia cartacea di "Tre Minuti di Me", non perdetevi la prossima tappa, l'ultima, sul blog Leggendo Romance, il prossimo 8 Aprile.
Se invece vi siete persi le tappe precedenti, ve le riporto qui sotto:
Prima tappa del 17 marzo: Ragazza in Rosso
Seconda tappa del 23 marzo: Se Solo Sapessi Dire
Terza tappa del 31 marzo: Il Cibo della Mente
Allora che mi dite? Leggerete "Tre Minuti di Me"? Io ve lo consiglio! Ringrazio ancora la casa editrice per avermi proposto di partecipare a questo blogtour.
A presto,
Silvy
Lo leggerò sicuramente! Leggere il prologo mi è piaciuto moltissimo ^_^
RispondiEliminaNe sono felice :) Spero che ti piaccia :D
EliminaCiao, ti ho aggiunto alle cerchie di Google + e ho iniziato a seguirti su questo blog, se ti va ricambia.
RispondiEliminaPS. Sarei interessata ad una tua anteprima del mio Ebook
Ciao :)
EliminaHo ricambiato sul blog, appena accendo il computer ti aggiungo anche su Google ;)
Per l'anteprima scrivimi una mail a silvia.asperti13@gmail.com con tutte le informazione sull'ebook, che appena posso faccio l'anteprima :)
lo leggerò volentieri mi piace questo libro trovo che sia una storia diversa dalle altre che ho letto
RispondiEliminaCiao Silvy, ho scoperto ora il blogtour quindi recupero tutte le tappe! ^-^
RispondiEliminaBellissima la citazione nell'immagine! Che dire, mi ispira molto questa storia, spero di leggerlo presto infatti non ho letto la trama e il prologo del seguito per non rovinarmi niente!!
Hai fatto bene ;)
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