martedì 28 agosto 2018

Tra YA e femminismo: "Nowhere Girls" e "Girl Power"

Buongiorno!
Oggi volevo raccontarvi due dei romanzi che ho letto durante la Readathon di agosto, due libri per certi versi simili, ma anche molto diversi.
Sono usciti entrambi quest'anno, uno per Mondadori, l'altro per Piemme e mi sono piaciuti davvero tantissimo, soprattutto per i temi attuali che trattano e i messaggi che trasmettono.




NOWHERE GIRLS

Chi sono le Nowhere Girls? Sono tutte le ragazze, ma per cominciare sono in tre: Grace, tenera e impacciata, è nuova in città, dove si è dovuta trasferire a causa dei pregiudizi nei confronti della madre; Rosina, lesbica e punk, sogna di diventare una rockstar, ma è costretta a lavorare nel ristorante messicano di famiglia; ed Erin, un'asperger con due fissazioni, Star Trek e la biologia marina, vorrebbe assomigliare a un androide ed essere in grado di neutralizzare le emozioni. In seguito a un episodio di stupro rimasto impunito, le tre amiche danno vita a un gruppo anonimo di ragazze per combattere il sessismo nella scuola. Le Nowhere Girls, una moltitudine di voci diverse, dovranno superare la paura e l'imbarazzo per confrontarsi con coraggiosa onestà e opporsi alle minacce di chi si sente forte e non è disposto a mettersi in discussione. Ma alla fine riusciranno in ciò che sembrava impossibile: le cose possono cambiare e tutti hanno diritto alla felicità. Senza compromessi. Senza discriminazioni.

GIRL POWER

Viv non ne può più: è stanca delle rigide regole sull'abbigliamento che vigono nel suo liceo, e che sembrano punire soltanto le studentesse, è stanca del clima che si respira nei corridoi, dove i membri della squadra di football giocano a palpa-e-fuggi, prendendo di mira le ragazze e trattandole come oggetti. Ed è stanca dell'indifferenza degli altri. E così lancia un grido di lotta: crea una fanzine femminista anonima, "GRRRinta!", ispirandosi a sua madre, vera ribelle punk negli anni Novanta. A poco a poco Viv trova nuove alleate ribelli, amicizie inaspettate e persino un amore, proprio mentre la protesta femminista cresce e la rivoluzione sta per avere inizio...


Entrambi sono romanzi YA considerati dai lettori "femministi": "Nowhere Girls" è più incentrato sullo stupro e le violenze sessuali, mentre "Girl Power" sulle molestie quotidiane e sul sessismo. 
Il primo mi è piaciuto per diversi motivi, ma ecco i principali:
  1. La varietà di personaggi: le tre protagoniste sono completamente diverse tra di loro, sia per etnia, che per religione e orientamento sessuale, ma insieme formano un gruppo unito che coinvolgerà tante altre ragazze. Mi è piaciuta questa varietà perché è così che deve essere, soprattutto in un posto come l'America che è multietnico. Tutte le ragazze possono ricevere delle molestie, non solo quelle bianche, come non solo quelle di colore. Ho apprezzato che una delle protagoniste fosse autistica, sia perché mi ha permesso di comprendere meglio questa sindrome, ma anche perché ha permesso all'autrice di esplorare bene conseguenze psicologiche e mentali di certi atti. Ma le protagoniste non sono solo 3, perché l'autrice ha pensato bene di inserire dei capitoli per il "noi", in cui si vedono i punti di vista di tanti altri ragazzi e ragazze. Perché le Nowhere Girls possono essere chiunque.
  2. Il messaggio che trasmette è davvero importante, che si potrebbe riassumere nella frase "Silenzio non significa sì". Il tema dello stupro è stato molto presente nell'ultimo anno, perciò vedere dei romanzi mirati ai giovani che ne parlino in modo corretto è davvero un piacere. Perché, alla fine, essere femministi non significa disprezzare gli uomini, ma capire che ci deve essere un'eguaglianza tra i sessi, che solo tutti insieme (uomini e donne) si può fare la differenza. E infatti, in entrambi questi romanzi, si vede come non tutti gli uomini sono molestatori, ma che quelli buoni esistono. 
  3. È un romanzo a tratti crudo, che fa soffrire e fa arrabbiare, però alla fine quella che vince è la speranza. Speranza per un mondo migliore, per un fronte unito che sconfiggerà i pregiudizi e il bigottismo. 

"Girl Power" mi è piaciuto tantissimo, e a differenza di "Nowhere Girls", più che concentrarsi sullo stupro, lotta contro le molestie e il maschilismo a scuola. Il romanzo evidenzia come queste cose, atteggiamenti puramente sessisti, non solo accadono quotidianamente, ma soprattutto gli adulti non fanno nulla per fermarli. Sono infatti le giovani ragazze, sotto la spinta di Viv, che lottano per i loro diritti, contro le ingiustizie sessiste che si trovano ad affrontare al liceo. E lo fanno stando unite, perché la forza si genera da lì: è stato bello vedere come si sia creata l'amicizia tra persone che prima non si calcolavano nemmeno, perché la società dice che cheerleader e nerd non stanno bene insieme. Questo romanzo mostra, invece, che il vero empowerment femminile sta proprio nell'essere unite. Anche qui l'autrice mostra che non tutti gli uomini sono maschilisti, ma che ci sono anche quelli che supportano la parità di diritti. 

Sono due romanzi estremamente realisti, poichè i fatti narrati potrebbero accadere a chiunque, in qualsiasi giorno, perciò il messaggio di speranza e di forza che emanano dovrebbe poter raggiungere tutti. Il mio consiglio è, quindi, quello di leggere questi romanzi :)

Se per caso li avete già letti e vi sono piaciuti, oppure siete interessati al tema e leggete in inglese, vi consiglio caldamente anche questo: "The Leading Edge of Now" di Marci Lyn Curtis uscirà martedì prossimo in America e ho avuto il piacere di leggerlo in anteprima. Ve ne parlerò meglio in una recensione, ma vi anticipo che tratta lo stupro in un modo delicato e che mi ha fatta piangere. La Fabbri aveva già portato un romanzo dell'autrice in Italia (che tra l'altro io avevo amato un sacco, ve ne ho parlato qui), perciò spero che faccia così anche con questo, perché secondo me merita!



Che ne pensate? Li avete letti? Li leggerete? Fatemi sapere!

A presto,
Silvy

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