venerdì 6 dicembre 2019

Blogtour: Shadowhunters. The Mortal Instruments di Cassandra Clare | Il rapporto tra Clary e Jonathan





















Buongiorno!
Potreste averle già adocchiate in libreria, ma entro domani saranno disponibili ovunque le nuove edizioni della serie di The Mortal Instruments di Cassandra Clare (€14 l'uno), curate dalle ragazze di Shadowhunters.it e pubblicate da Oscar Mondadori. Per il bellissimo cofanetto che vedete qui sotto (al prezzo di €80) bisognerà aspettare ancora qualche giorno, ma il 14 dicembre sarà vostro. 
Io e altre blogger abbiamo pensato di approfondire alcuni aspetti di questa serie, e in particolare io vi parlerò del rapporto della protagonista con il villain. Potrebbero esserci spoiler se non avete letto la serie.


Il rapporto tra Clary e Jonathan

Dire che il rapporto tra Clary e Jonathan sia complicato è un eufemismo: i due sono fratelli, ma quando si incontrano per la prima volta lei non sa chi sia davvero, anche perché lui finge di essere un'altra persona, Sebastian. 
Lui ha trascorso l'infanzia da solo, con il padre Valentine, senza mai conoscere la madre e la sorella, ma nonostante questo si sente molto legato alla ragazza, perché la percepisce come sua, come un legame che nessuno potrà mai spezzare, perché volente o nolente lei rimarrà sempre la sua sorellina.


Jonathan è un personaggio davvero interessante, perché estremamente complesso: non solo gli è stato iniettato del sangue di demone quando era ancora nel grembo della madre, ma la sua infanzia non è stata per niente felice. Anzi, Valentine è stato per lui un padre severo e crudele, e tutto ciò che Jonathan voleva era qualcuno che lo amasse. Nella sua mente malata, Clary, in quanto sua sorella, doveva per forza amarlo come lui amava lei (ovvero nel suo modo contorto) e insieme avrebbero governato il mondo, loro due contro tutti.
Ho sempre pensato che il punto di vista di Clary in questa faccenda fosse molto simile al mio e a quello di molti lettori: lei riconosce che lui sia malvagio, e all'inizio vorrebbe provare a portarlo sulla buona strada. Ma quando capisce che ormai non si può più cambiare ciò che lui è, che è reso così dal sangue demoniaco che scorre dentro di lui, non esita a fare la cosa giusta. Ho apprezzato moltissimo la scena finale di Jonathan, in Città del fuoco celeste, perché mostra esattamente quello che provavo io leggendo: la tristezza non per la morte del cattivo che era, ma per il ragazzo che avrebbe potuto, e che sarebbe dovuto essere, se non fosse stato per Valentine. Clary e Jocelyn piangono per il fratello e il figlio che non hanno mai avuto, perché qualcun altro gli ha tolto la possibilità di essere se stesso. 
È per questo, secondo me, che molti lettori piangono la sua morte, e anche il motivo per cui Clary è dispiaciuta: era pur sempre suo fratello, anche se lei non lo amava come lui amava lei, e non ha avuto la possibilità di considerarlo davvero tale. Ed è anche per questo che è considerato uno dei villain più interessanti e affascinanti.  



Il mio rapporto con Shadowhunters

Non è un segreto che la serie che mi ha avvicinata al mondo degli young adult e del fantasy contemporaneo sia stata Twilight nel lontano 2009, ma quando a luglio 2013 ho iniziato a leggere Shadowhunters ho subito capito che sarebbe diventata una delle mie serie preferite in assoluto. E infatti, dopo 6 anni e mezzo e altri centinaia di libri letti, per me leggere un libro di Shadowhunters è un po' come tornare a casa. 
Ho dei bellissimi ricordi legati a questa serie, a partire da quando sono andata al cinema a vedere il film il 28 agosto con jeans neri e chiodo di pelle, con una runa disegnata sul polso con la matita per gli occhi. Oppure quando nel 2016 sono andata a Londra per incontrare Cassandra Clare per la prima volta, facendo un mini cosplay di Isabelle, beccando anche Dominic Sherwood (il Jace della serie tv).


Ma soprattutto, grazie a Shadowhunters ho guadagnato tante amicizie importanti nella mia vita: senza Shadowhunters non so se due anni dopo questo blog sarebbe nato. Certo, leggevo prima di scoprire questa serie e avrei continuato anche se non ci fosse stata, ma credo che molte delle serie che sono state pubblicate dopo non ci sarebbero state se non fosse per il successo che ha avuto The Mortal Instruments. E grazie al blog ho conosciuto quelle che oggi sono alcune delle mie migliori amiche, che tra due mesi verranno alla mia laurea e che sento tutti i giorni. 
Quindi sì, per me questa serie ha e continuerà ad avere un forte impatto nella mia vita, soprattutto per le persone che mi ha fatto conoscere e per la sensazione di rincontrare ad ogni libro degli amici a me cari. Per questo motivo vorrei che non finisse mai, anche se non sarà possibile, e so già che quando leggerò l'ultimissima pagina di questo megauniverso, io verserò tutte le mie lacrime. 





Che ne pensate? Non perdetevi le altre tappe, mi raccomando!
A presto,
Silvy

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