Oggi è arrivato il mio turno, e in questa terza tappa del blogtour di "Panic", vi spiegherò come partecipare al giveaway, che vede come premio ben 5 copie del romanzo.
Innanzitutto, diamo un'occhiata all'anteprima del romanzo, svelata settimana scorsa nelle tappe di Il Cibo della Mente e di Atelier dei Libri.
Ps: l'uscita del romanzo è stata posticipata al 26 novembre!
Titolo: Panic
Autrice: Lauren Oliver
Data d'uscita: 26 Novembre 2015
Editore: Safarà
Prezzo: 18,00 €
Pagine: 336
TRAMA
È arrivata una nuova estate a Carp, una cittadina senza futuro immersa nel cuore grigio di un’America sonnolenta. Ma con la fine della scuola arriva anche Panic, la competizione segreta a cui partecipano i diplomati al liceo cittadino, e come ogni anno è pronta a dissipare il torpore e scatenare i conflitti più violenti, le alleanze più inaspettate, i sentimenti più profondi.
Heather, Dodge, Nat e Bishop: un gruppo di amici, una serie di prove da superare. Paura e coraggio, lealtà e tradimento, il miraggio di un primo amore, un biglietto per il futuro; la posta in gioco è altissima, e così anche il rischio.
Sei pronto a giocare?
Ciò che caratterizza questo sostanzioso blog tour (che vede, infatti, la partecipazioni di ben 18 blog) è senz'altro il #momentodaPanic! Di cosa si tratta? E' semplicemente un aneddoto tratto dalla vostra esperienza, in cui vi siete sentiti completamente nel panico per qualcosa. Ogni blogger nella propria tappa racconterà il suo aneddoto, e voi per partecipare al giveaway dovrete inserire il vostro SOLO in questo post!
Ecco qui il mio #momentodaPanic:
Quando ero alle elementari (avrò avuto 6 o 7 anni), un giorno mi trovavo in macchina con mia mamma. Ad un certo punto ci ferma la polizia per i soliti controlli di routine (patente e libretto, tutto in regola, grazie e arrivederci), ma io mi sono spaventata, perchè pensavo che avrebbero arrestato mia mamma davanti ai miei occhi. Quando siamo ripartite io sono scoppiata a piangere dal panico (o dal sollievo, non saprei), fingendo di aver avuto un improvviso attacco di mal di pancia, per non dover confessare di aver avuto paura (anche se mia mamma l'ha capito comunque!)
Piaciuto? :) Non vedo l'ora di leggere i vostri!
Ed ora passiamo alle regole per partecipare al giveaway, che ricordo ha in palio ben 5 copie del romanzo:
REGOLE OBBLIGATORIE:
- Diventare lettori fissi dei blog partecipanti
- Seguire la pagina Facebook e/o Instagram e/o Twitter di Safarà Editore
- Commentare tutte le tappe, comprese le due iniziali (e con il #momentodaPanic in questo post)
REGOLE FACOLTATIVE (PER OTTENERE PIU' PUNTI):
- Scattare una foto per il #momentodaPanic e condividerla su Facebook, Instagram o Twitter
- Seguire i blog sulle loro pagine Facebook
Vi basterà compilare man mano questo form qui sotto e verrete automaticamente registrati. Il giveaway inizierà oggi e rimarrà aperto fino alla mezzanotte del 3 dicembre, poichè il 4 verranno annunciati i vincitori durante le ultime due tappe!
Qui trovate un riepilogo delle tappe, e ogni volta aggiornerò il post aggiungendo il link di ogni tappa!
Tappa 1: Il Cibo della Mente
Tappa 2: Atelier dei Libri
Tappa 3: We Found Wonderland in Books (questa)
Tappa 4: Words of books
Tappa 5: La tana di una booklover
Tappa 6: Blog Expres
Tappa 7: Devilishly Stylish
Tappa 8: Le parole segrete dei libri
Tappa 9: Please another book
Tappa 10: Who is Charlie?
Tappa 11: La fenice book
Tappa 12: La Biblioteca di Eliza
Tappa 13: Sweety Readers
Tappa 14: The bookish teapot
Tappa 15: She was in Wonderland
Tappa 16: Le passioni di Brully
Tappa 17: Coffee and Books
Tappa 18: Lily's Bookmark
Per non perdervi nessun post, vi consiglio di partecipare all'evento su Facebook, che verrà puntualmente aggiornato quando le nuove tappe verranno pubblicate!
Credo di avervi detto tutto! Se avete domande chiedete pure a me, mandandomi una mail o contattandomi su Facebook, o scrivete nell'evento Facebook del blog tour :)
Alla prossima,
Silvy
#momentodaPanic
RispondiEliminaAllora, in sono una persona molto tranquilla e riservata e in genere non do problemi ha nessuno. Tuttavia, quando ero alla superiori ho avuto un "periodo di ribellione" che mi ha portato a fare cose che prima non avrei mai fatto.
Una mattina, vado tranquillamente a scuola per scoprire, non appena entro in classe, che quel giorno ci sarebbe stato compito! (momento di panico n.1). Dopo un momento di sbandamento del tipo "perchè diamine nessuno mi ha avvertito?!", ecco che metto in atto la mia strategia: faccio finta di sentirmi male. Potrà sembrare una cavolata, ma io ero parecchio brava a fingermi malata.
Solo che quella volta, forse per il panico di aver scoperto del compito inaspettato che era alla prima ora e non avrei avuto il tempo materiale di dedicarmi alla mia strategia pian piano; ho leggermente esagerato, finendo per essere così convincente che la scuola ha addirittura chiamato l'ambulanza! ed è stata allora che sono davvero entrata nel panico, perchè io ho una paura tremenda degli ospedali. Ho finito col sentirmi davvero male!
Fortunatamente i miei genitori sono arrivati prima dell'ambulanza e hanno insistito per portarmi a casa.
E tutto bene quel che finisce bene (si, insomma, è stato davvero spavento!)
Sembrerà una cosa stupida, ma alle superiori non ero proprio popolare. Anzi, spesso venivo preso in giro da i bulli della scuola. Un giorno non ce la feci più e spinsi il bullo di turno. Quel ragazzo cadde all'indietro e il suo occhio destro andò a incocciare con uno spigolo. Fui preso dal panico! Il sangue cominciava a uscire dal suo occhio e lo trasportarono d'urgenza all'ospedale. Per molte ore fui terrorizzato. Avevo paura che potessi aver causato gravi danni e che sarei stato punito in qualche modo o addirittura arrestato. Il prof di Matematica mi prendeva in giro dicendo che ero un delinquente, ma io ero talmente terrorizzato e inebetito da non accorgermi della sua ironia. Fortunatamente poi quel ragazzo dovette solo usare delle gocce per qualche settimana. Non aveva subito danni gravi. Ma lo spavento è stato davvero tanto!.
RispondiEliminaps sono iscritto col nome di Luigi Dinardo
#momentodaPanic
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RispondiElimina#momentodaPanic
RispondiEliminaIl mio momento da Panic, l'ho affrontato circa due anni fa, in Sardegna. Ero lì con la mia famiglia ed insieme con mio fratello abbiamo provato un momento allo stesso tempo di adrenalina e paura: ci siamo tuffati in mare da una scogliera provando l'ebrezza del contatto con l'acqua da altezze elevate.
Il mio #momentodaPanic
RispondiEliminaIl più significativo penso sia stato al mio diciottesimo compleanno.
Dopo essere tornata a casa da scuola sono andata in camera mia per svagarmi un po', insomma è il mio compleanno mica mi mettevo a fare i compiti! Ero al computer a bighellonare su internet quando mia mamma è entrata in camera, mi ha dato una rosa e poi mi ha abbracciato forte. La mia famiglia non è molto espansiva perciò mi sono stupita molto di quell'abbraccio e dal momento che era un periodo non molto bello sono andata in panico perchè pensavo che se ne sarebbe andata via di casa. Quasi mi mettevo piangere tanto era la preoccupazione! Ma lei ancora con noi quindi ♥
#momentodaPanic
RispondiEliminaE' successo sette o otto anni fa, non ricordo con precisione l'anno. In un paese vicino c'erano le giostre ed un pomeriggio andai con delle amiche. Dopo vari giri per le altre giostre decidemmo di provare una delle poche che si alzava abbastanza dal terreno per farti avere un minimo di spavento. Era una di quelle giostre con i sedili a cerchio che si alzava e abbassava girando anche su se stessa; si potrebbe dire "niente di che". Andava tutto quanto bene finché il ragazzo seduto in parallelo a me non mi chiamò per avvisarmi che la cintura non era chiusa bene.
Ansia. Sono stata inghiottita dall'ansia.
Ho iniziato a cercare di chiuderla, aiutata dalle mie amiche, o per lo meno a stringerla quanto più potessi. Il tizio ha fatto partire la giostra anche se tutti quanti gli urlavano di fermarla e a gesti cercavamo di farli capire che c'era un problema.
Inutile dire che non me la sono goduta affatto e che nessun altro di quel giro l'ha fatto. Per alcuni secondi ho continuato a cercare di chiuderla finché non è stato cristallino che non c'era niente che potessi fare perciò mi sono aggrappata ai sedili delle mie amiche e loro mi tenevano per le braccia. Poco prima dell'ultimo giro la giostra dalla parte in cui ero io si è alzata e si è girata finché non si è trovata in parallelo col terreno e sono scivolata dal sedile finché la cintura non è scattata contro il mio stomaco e si è chiusa da sola.
Non sono caduta, per fortuna, ma mi ero già vista sfracellata al suolo con le ossa rotte a maledire il tizio della giostra in ogni lingua possibile. Ero spaventatissima, completamente piena di ansia e ho avuto un attacco di panico. Sono scoppiata a piangere davanti a tutti ed è una cosa che detesto fare.
Tutto è finito per il meglio e i miei genitori non hanno mai saputo che non ero dove loro pensavano che fossi. Da quel momento ho iniziato ad avere una sottospecie di fobia per le altezze e per le giostre che, però, testarda come sono cerco di combattere ogni volta. Vado ancora sulle giostre ma ogni volta che sono in fila inizio ad essere presa dal panico, ma poi mi faccio forza e cammino.
#momentodaPanic
RispondiEliminaIl mio momento da Panic è avvenuto l'anno scorso in una caldo pomeriggio di fine maggio. Avevo avuto la grandiosa idea di fare un giro in bici invece di starmene a casa a studiare. Stavo percorrendo una discesa abbastanza ripida ad una velocità leggermente elevata. Volevo salire sul marciapiede ma non si sa come la ruota della bicicletta sbanda e io mi ritrovo a rotolare per terra. Il cuore mi batteva all'impazzata e le orecchie mi fischiavano per il colpo. Mi ricordo di aver aperto gli occhi lentamente completamente disorientata, vedevo soltanto il cielo. All'inizio risi per la mio goffattagine ma poi rendendomi conto che non riuscivo ad alzarmi entrai completamente nel panico. L' adrenalina cominciò a pomparmi nelle vene quando mi accorsi che le mie ginocchia erano completamente sbucciate, una parte della testa mi pulsava da paura e i miei polsi erano gonfi. Non riuscivo nemmeno a prendere il telefono per chiamare aiuto. Non avevo la più pallida idea di come fare a ritornare casa. Grazie al cielo un passante si accorse di me e mi aiutò a sedermi. Non riuscivo a farmi capire per quanto battevo i denti per la paura. Dopo essermi calmata chiamai mia mamma, che anche lei nel panico,corse subito a soccorrermi.
Risultato? due polsi rotti e due giorni all'ospedale.
Il mio #momentodaPanic risale a circa sei mesi fa, quando stavo viaggiando in aereo da Londra alla Sardegna. Stavo andando a trovare i miei genitori perché in quel periodo stavo lavorando e studiando a Londra. Era stato un viaggio organizzato all'ultimo momento perché doveva essere una sorpresa per la mia famiglia, visto che fino al giorno prima, a lavoro mi avevano detto che non avrei potuto prendere ferie fino alla settimana successiva! In ogni caso, la mattina di quel giorno, mi chiama il mio manager e mi dice che se avessi voluto, avrei potuto prendermi 4 giorni off! Così ho preparato tutto per andare all'aeroporto ed è venuto anche il mio fidanzato con me, perché lui era già in ferie! Arriviamo all'aeroporto all'ultimo momento, l'imbarco stava per chiudere, avevamo pagato un sacco di soldi per quel biglietto e io ero disperata! Allora iniziai a piangere per fare tenerezza alle persone in fila al check-in e per farci passare prima! Correvamo come disperati, io piangevo come una stupida, il mio ragazzo mi diceva di smetterla perché non avrei risolto niente e io mi arrabbiavo ancora di più! Finalmente arrivammo al gate e grazie a tutte le mie preghiere, era ancora aperto, e fummo gli ultimi a salire! Ma penserete che è stato questo il mio momento da panico?? Eh no!! Il momento più brutto di quella giornata inizia proprio dopo essere saliti sull'aereo! Dopo circa mezz'ora di volo, si sente una botta fortissima come se l'aereo fosse già atterrato ma in malo modo. Allora le hostess dicono a tutti i passeggeri di allacciare le cinture, e io mi aspettavo che da un momento all'altro il comandante ci rassicurasse dicendo che era una semplice turbolenza! E invece niente, l'aereo continuava a fare dei rumori terribili, si sentivano vuoti sotto di noi, come se stesse perdendo quota, poi risaliva, poi riscendeva con una tale velocità che tutti i passeggeri urlavano. Io guardavo l'hostess, e non mi sembrava per nulla tranquilla, e non diceva neppure che era una turbolenza un pò più forte del solito. Dopo circa i 10 minuti più lunghi della mia vita, questa specie di "turbolenza" non smetteva e c'erano passeggeri che piangevano, altri pregavano, e io stringevo talmente forte la mano del mio fidanzato che gli avevo lasciato un livido. Mi ricordo di avergli detto che non volevo morire così, che i miei genitori non sapevano nemmeno che ero su aereo, che volevo sposarmi, avere figli con lui e piangevo disperata a singhiozzi! E' stato davvero terribile, e nessuna hostess diceva qualcosa per rassicurarci! Insomma questo incubo è durato 20 minuti!!! Ad un certo punto, il comandante, con una voce secondo me abbastanza tremolante, ci dice che avevamo affrontato una turbolenza molto più forte del previsto. Io vi giuro che non ho mai provato una paura, un terrore, un panico più grande di questo! Dopo quell'episodio sono dovuta salire altre due volte su un aereo e il viaggio non è stato per nulla piacevole dopo quell'esperienza!
RispondiElimina#momentodaPanic
RispondiEliminaOk non ridete per favore. Io e mia madre eravamo andate a Bologna per il cosmoprof. Tratta Bari-Bologna con aereo tutto ok. Il problema sorge al ritorno. Siamo all'aeroporto di Bologna e facciamo i soliti controlli di routine. Io già mi cago sotto per il controllo semplice, anche se non spaccio droga o quant'altro; ma quella volta volevo sotterrarmi viva. Passano la mia borsa e mi chiedono di aprirla per controllarla, e lì già ero diventata rossa (da considerare che mia madre era vicino a me). Aprono e controllano e io mi chiedevo tra me e me *Cosa cercate? Gli assorbenti sono una minaccia per voi?*. Aprono un taschino e ci trovano dentro le manette di peluche.. E lì mi sono sgretolata come Voldemort nella battaglia finale di Hogwarts! Cioè ragazzi io ora non sono la tizia di 50 sfumature, erano delle manette di peluche rosse che ho comprato per scherzo, mai usate (perchè davvero sono di peluche e quindi inagibili) e messe in borsa e dimenticate. Con mia madre affianco volevo tipo schiantarmi contro l'aereo! Il ragazzo mi fa "queste le dobbiamo prendere noi".. Cioè ma fai quello che vuoi! Mi fai fare pacco di merda davanti tutto l'aeroporto e soprattutto DAVANTI A MIA MADRE. Non c'è da stupirsi se durante tutto il volo io non ho neanche guardato in faccia mia madre XD
Da allora controllo 20 volte la borsa prima di partire :3
#momentodaPanic
RispondiEliminaIl mio momento di panico è stato quando sono rimasta chiusa per un ora dentro un vecchio ascensore l'aria ha iniziato a mancarmi e i vestiti mi sembravano sempre più stretti il cellulare non prendeva e nonostante gridassi nessuno sembrava sentirmi in quei momenti ho pensato a tante cose ma soprattutto a non farmi sopraffare dall'ansia
Il mio #momentodaPanic è stato un paio di settimane fa quando ho iniziato l'accademia di belle arti. L'accademia si trova in una grande città e che conosco ben poco (ci sono andata un paio di volte in macchina con i miei genitori) e nel mio corso non c'è nessuno che conosco da prima. Perciò i primi giorni sono stati un'avventura. Il mio #momentodaPanic è stato quando ho preso l'autobus (mai preso prima, dato che nel mio paese non ce ne sono) per raggiungere l'accademia e non riconosco la mia fermate e perciò scendo qualche fermata dopo. Qui il primo #momentodaPanic. Dove sono? Dove vado? Che strada prendo? Ho provato con Google Maps, ma ero così in panico che non riuscivo a capire cosa fare. Ho dovuto chiedere a ben quattro persone prima di arrivare a lezione. Ma non finisce qui. Quando finisce la lezione e devo prendere l'autobus per tornare alla stazione ecco che inizia il #momentodaPanic2. Non riesco a trovare una fermata. Vago per circa mezz'ora a vuoto senza sapere cosa fare. Chiedo a miei colleghi e niente..perciò mi affido per la seconda volta a Google Maps. Qui inizia il #momentodaPanic3. Seguo le indicazioni e mi ritrovo in quartieri inquietanti, che per fama non hanno una buona reputazione (questo non lo sapevo, ma l'ho intuito e poi me lo hanno confermato dei miei amici) e dopo una decina di minuti di camminare, il puntatore che indica la mia posizione su Google Maps si aggiorna e mi indica che sono completamente fuori percorso. Cerco di calmarmi e studio nuovamente le indicazioni. Questa volta riesco a raggiungere la fermata. Vi giuro che ho dovuto trattenere le lacrime sia per la gioia sia per il panico. Fortuna che ora va decisamente meglio. Adesso sento che potrei affrontare di tutto!
RispondiEliminaIl mio #momentodaPanic l'ho avuto qualche anno fa, alle elementari circa, una volta quando era in montagna con degli amici avevo deciso di tornare per una strada differente. Sarei tornata da sola perché gli altri tornano da quella che eravamo arrivati, all'inizio sono partita bene ma poi il sentiero non c'era più! Mi sono fermata e mi sono messa a piangere, ero disperata! Non ho idea di quanto avessi aspettato prima di decidermi a tornare indietro, ma arrivata sulla strada principale ho scoperto che tutti mi stavano cercando e mi stavano dando per dispersa!
RispondiElimina#momentodaPanic
RispondiEliminail mio momento da panico l'ho avuto quando avevo 10 anni e lo ricordo ancora come se fosse oggi e devo dire che ora ho più di 40 anni quindi vedete voi.
Ero in macchina con i miei genitori stavamo tornando a casa dopo essere andati a trovare la mia nonna materna erano le h.22.00 e c'era nebbia visto che vivo in provincia di Venezia dove la nebbia ci accompagna ogni autunno, la strada era abbastanza buia nonostante i lampioni eravamo in prossimità di un'incrocio dove le auto potevano solo svoltare a destra visto che la strada era a senso unico, e ad un certo punto ci troviamo due fanali davanti sbucati dal nulla e una macchina che correva impazzita non abbiamo neanche avuto il tempo di gridare che io e mia madre siamo state sbalzate in avanti e mio padre aveva sbandato verso il marciapiede per non farci fare un frontale, io sanguinavo dal labbro che avevo sbattuto sul sedile anteriore di mia madre, mia madre aveva praticamente un bernoccolo sulla testa da fare paura... vi chiederete le cinture di sicurezza a quel tempo non erano obbligatorie e nella macchina di mio padre non c'erano era una vecchissima 500L. Mio padre anch'esso sconvolto si alzò dalla macchina e dopo aver controllato che noi nonostante tutto stessimo bene è andato a vedere cosa era successo al guidatore dell'altra macchina che aveva imboccato il senso unico e che si era schiantata addosso ad un paletto di quelli bassi delle recinzioni dei parcheggi ....... quando mio padre si avvicinò alla macchina scoprì che chi aveva giocato con la nostra vita era un suo collega di lavoro ubriaco da morire e che quando lui gli aprì la portiera per vedere se stava bene gli rispose ridendo perchè mi sono divertito da pazzi.... Non vi dico mio padre lo alzò dal sedile e gli diede un pugno in faccia non avevo mai visto mio padre alzare le mani e non vi dico cosa provai oltre all'aver rischiato la vita ora rischiavamo anche una denuncia ...... Per fortuna alla fine tutto finì bene, però mio padre non parlò più con quel suo collega che quando a mente lucida capì cosa aveva rischiato di fare non bevve più per fortuna.
Ma per me è rimasto un momento da panico perchè mi resi conto che avevo rischiato la pelle e oltretutto anche di veder finire mio padre in galera per aggressione....
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Il mio #momentodapanic è successo quando ero ragazzina, avrò avuto massimo 13 anni.
RispondiEliminaEro a casa di mia nonna verso inizio dicembre, perchè mia mamma doveva prendere l'albero di natale.
Ora, mia nonna abita a quinto piano e sopra di lei c'è la soffitta, così per prendere questo benedetto albero avevano deciso di salire mamma, nonna e mio fratello. Io sono allergica alla polvere, quindi ero rimasta sotto, in soggiorno, a guardare la tv.
Passano cinque minuti e, nonostante il volume alto della tv comincio a sentire uno strascichio, come qualcuno che striscia a terra o contro un muro.
Lì per lì non ci ho fatto caso, ma dopo un pò che questo rumore terrificante continuava mi sono spaventata e ho cominciato a urlare come una pazza, convintissima che ci fosse qualcuno in casa e che mamma nonna e mio fratello sentendomi strillare sarebbero tornati subito.
Beh, non c'era nessuno in casa. Il rumore che avevo sentito erano loro tre che, appunto, trascinavano l'albero pesantissimo per il pavimento della soffitta.
Volevo solo seppellirmi dalla vergogna AHAHAHAHAH
Seguo la Safarà su Instagram con il nome: Valery Tikappa
EliminaSu Facebook il nome: valerytikappa
E su Twitter con il nome: ValeryVonT
#momentodapanic
RispondiEliminaOkay. Iniziamo dicendo che soffro fortemente di vertigini. A questo sommiamo una professoressa di educazione fisica pazza. Non dimentichiamo di condire il tutto con un favoloso corso obbligatorio di 'Arrampicata' fattoci da un'associazione di professionisti.
Ebbene. Facevo le superiori quando la gentil donzella sopracitata ci fa fare questo corso gratuito obbligatorio. Io morivo di paura al solo pensiero, ma lei niente 'Devi farlo o ti metto 2 sul registro!', Così sono stata obbligata a scalare (non lo avevo mai fatto prima, tra l'altro) una parete alta 12metri. Ora. Voi immaginate me. Su quella parete. Sono salita fino a 11 metri perché avevo paura di fermarmi. Poi però non sono riuscita a continuare, mi sono dovuta fermare. Per scendere, però, ci si deve per forza lasciar 'cadere' e farsi sostenere dall'istruttore che tiene la corda a cui sei appesa. Insomma.Ci ho messo un secolo a staccarmi e quando sono riuscita a toccare terra ero in pieno attacco di panico: tremavo, piangevo, a malapena respiravo.
E la cosa migliore è stata che la professoressa se ne è uscita con un 'Suvvia, è tutta scena!'.
Ora questo è uno dei miei peggiori momenti da panico, oltre che il momento in cui ho iniziato ad odiare alla follia quella donna.
Per fortuna ora che ho finito le superiori non la vedo più!!
Uh è arrivato il momento del #momentodapanic v.v *pensa pensa*
RispondiEliminaBene... racconto questa... avrò avuto sui dodici anni ed era estate ed era il secondo anno che andavo in vacanza al mare da mia zia. C'era un ragazzo con cui avevo avuto una specie di intesa l'anno prima - niente di che eh... eravamo giusto amici e si vedeva che gli piacevo - che anche lui era tornato in vacanza nello stesso posto. Fatto sta che non aveva avuto il coraggio di salutarmi e io, che sono una timidona, mi guardavo ben bene dal fare il primo passo... però mi gettava spesso occhiate eccetera.
Un giorno... non ricordo più benissimo la dinamica... lui e un gruppetto di suoi amici mi "attirano" dietro al bar della spiaggia per farmi uno scherzo. Sono sicura che avessero le migliori intenzioni XD ma capitemi... a quell'età, mi vedo circondata in cerchio da cinque o sei ragazzi più grandi... mi sono presa paura! Trauma! Panico, per l'appunto! Che poi volevano solo farmi un simpaticissimo gavettone... ma niente, il mio cervello era andato e quindi sono corsa via in lacrime a farmi consolare da mio fratello (grande e grosso che li ha tenuti alla larga) XD
Ripensandoci ora come ora è una storia troppo buffa... io però all'epoca mi son presa paura sul serio :P
#momentodaPanic
RispondiEliminaDunque, un pomeriggio dovevo andare a fare delle foto ad un giardino per l'università, ma dato che si trovata lungo una strada molto trafficata e non potendo io lasciare la macchina a mezzo, mi sono fatta accompagnare in moto da mio padre... ecco, andando spessissimo in moto con lui, ci sono dei gesti ormai meccanici che non mi rendo conto nemmeno più di fare, tanto sono ovvi ed automatici... funziona così: lui mi aspetta in garage con la sella alzata, io prendo il casco, lui chiude la sella e si parte.
Ebbene quel giorno però lui era già fuori e quindi non mi stava aspettando di sotto in garage, ma è tornato a casa ed è rimasto a lato della strada, già seduto sulla moto ad aspettarmi... io arrivo, salgo e partiamo.
Ecco, andando verso il giardino ad un certo punto ci accorgiamo di avere la polizia dietro che inizia a far suonare la sirena, così lui si sposta leggermente sulla destra per lasciarli passare. Peccato che non volevano passare. Infatti dopo poco, sempre con la sirena in funzione, sentiamo il poliziotto che al megafono dice: "Ma vi volete fermare??". PANICO. La sirena era per noi. Ho pensato "oddio, e ora che succede??". Comunque, accostiamo, scendiamo e attendiamo di sentire cosa vogliono. Il poliziotto arriva, ci guarda con una faccia strana e dice: “Dimenticato niente??”. Al che io e mio padre ci guardiamo e…… PANICO (2). IO NON AVEVO IL CASCO. Ero senza. Capelli sciolti, al vento. Casco non presente sulla mia testa, ma rimasto tranquillo al caldo sotto la sella. Ce ne rendiamo conto insieme, io e mio padre, lui nemmeno se n’era accorto, e ci viene il PANICO insieme, nello stesso istante. Io dico: ”Nooo non è possibile!” Lui sgrana gli occhi e non sa che dire. Io mi metto la mani in testa, non ci posso credere. Sono mortificatissima tanto quanto scioccatissima e il poliziotto se ne accorge. Dato che gli facciamo subito vedere che il casco c’era e lui stesso si è reso conto di quanto eravamo davvero increduli, emozioni che non si potevano proprio fingere, ci lascia andare senza nessuna ripercussione, dicendo di fare più attenzione la prossima volta. E’ andata bene, ma è stato davvero un momento da PANIC. In quei secondi ho pensato di tutto, da patenti stracciate, a multe esorbitanti, ad arresti.. insomma ero in panico davvero perché non sapevo come spiegare che avevo dato per scontata l’azione di indossare il casco.. azione che non era però avvenuta.. XD ..Soprattutto non sapevo se mi avrebbe creduta, ma alla fine è andata bene! Di certo è un momento che non voglio rivivere più!! ;-)
#momentodaPanic
RispondiEliminaE’successo un paio di mesi fa...stavo dormendo beata quando sento qualcuno che prova a togliermi la coperta io, convinta che si tratti o di mio fratello o di mia sorella, cerco di parlare per sapere quale sia il problema ma non ci riesco ed è in questo momento che vado in panico arrivando anche a pensare che in realtà sia qualcuno che vuole farmi del male! Alle fine mi sveglio di soprassalto, sconvolta (si era solo un sogno, anche se io lo considererei più un incubo…) e provo a riaddormentarmi ma la “paura” che ci possa effettivamente essere qualcuno in casa persiste e quindi decido di andare a chiamare mamma e insieme controlliamo la casa accertandoci che non ci sia nessuno. Dopo il controllo ritorno a letto e nonostante, inspiegabilmente, sia ancora spaventata riesco finalmente a prendere sonno. Pensandoci è una cosa abbastanza banale perché alla fine l’avevo solo sognato ma in quel momento mi sono spaventata tantissimo!
#momentodaPanic
RispondiEliminaEssendo ben poco avventurosa, i miei #momentidaPanic risalgono tutti a quando ero piccina. In particolare, avrò avuto 7-8 anni, ed ero in montagna con la mia famiglia. Alcuni amici dei miei genitori, che avevano anche loro una casa in montagna, avevano un cane, un alano di grossa taglia, che mi terrorizzava non poco. Ogni volta che lo vedevo arrivare cercavo di scansarmi o nascondermi, ed erano poche le volte in cui prendevo coraggio e mi decidevo ad accarezzarlo. Soprattutto quando andavamo a casa di questi amici, e il cane si divertiva ad andare sotto il tavolo e far sbucare il suo muso vicino le mie gambe...che paura!
In uno di quei rari giorni in cui ero meno terrorizzata, e mi ero decisa a stargli vicino ed accarezzarlo (anche un po' per vantarmi con gli altra bambini, mostrando il mio coraggio xD), non so come, in un attimo mi sono ritrovata per terra, con le zampe del cane sul mio stomaco, e il suo muso a pochi centimetri dalla mia faccia! Non so come sia successo, se ero inciampata, se mi aveva fatto cadere lui, non ricordo, era successo tutto talmente in fretta, e per fortuna i padroni erano intervenuti subito, ma mi sono presa una paura incredibile ç_ç
Da allora, ovviamente, ero ancora più terrorizzata di prima e non mi ci sono più avvicinata!