Oggi sono felicissima di potervi parlare di questo romanzo che ho amato alla follia. Sto parlando di "La spia del mare" di Virginia De Winter, uscito il 25 ottobre per Mondadori.
Domenica scorsa ho avuto l'immenso onore di intervistare l'autrice al Lucca Comics insieme a Chiara di "Il castello tra le nuvole", perciò oltre alla mia recensione vi beccate pure la prima parte della nostra intervista (la seconda la trovate sul blog di Chiara)!
Sono stata felicissima di poterla incontrare, soprattutto perchè è una persona simpaticissima, molto gentile e disponibile, e ci siamo divertite a parlare (e sclerare) dei suoi romanzi. Ringrazio la Mondadori per averci offerto questa opportunità!
Titolo: La spia del mare
Autrice: Virginia De Winter
Casa editrice: Mondadori
Data d'uscita: 25 ottobre 2016
Pagine: 404
Prezzo: €19,00 (ebook €9,99)
TRAMA
È il 1741. Mentre la scintillante e cosmopolita Repubblica di Venezia si prepara per le celebrazioni del Carnevale, una spia inglese di nome Cordelia Backson si mette sulle tracce di un feroce gruppo di assassini che celano la loro identità dietro le maschere della Commedia dell'Arte. Cordelia è bella e pericolosa, in grado di maneggiare ogni tipo di arma, esperta di combattimento e di intrighi politici, ma ancora ignora che qualcuno progetta la distruzione della Serenissima. E che l'uomo a capo di questo efferato complotto è profondamente legato alla sua vita e a quella di ogni singolo componente della sua famiglia - i Giustinian. Sarà proprio ricostruendo ciò che è accaduto in passato che Cordelia si troverà a sciogliere gli enigmi che coinvolgono i suoi genitori e la sua gemella Cassandra. Ma a tormentarla c'è anche altro: Cassian D'Armer, un giovane uomo alto e bruno di sconvolgente bellezza, il cui sguardo fiero e cupo intimidisce chiunque tenti di avvicinarlo e che il caso ha messo sulla sua strada. Sarà Cassian ad accompagnarla nella sua missione insieme a tre amici: Alain de Mortemart, un aristocratico francese fuggito dalla corte di Versailles, il giovane abate Giacomo Casanova, libertino impenitente, e un nobile spagnolo in esilio volontario. Nessuno di loro è un cittadino gradito alla Repubblica, ognuno nasconde terribili segreti, ma, quando il pericolo incomberà su Venezia, il Doge non esiterà a reclutarli come spie...
RECENSIONE
Non so davvero da dove cominciare a parlarvi di questo libro, perché mi è piaciuto così tanto che ogni volta che ci penso faccio dei versetti strani e incomprensibili, accompagnati da occhi da pazza. Perciò non oso immaginare come verrà fuori questa recensione, ma proviamoci!
Siamo nella Venezia del 1741, e la protagonista è Cordelia, una spia inglese assoldata dal padre veneziano per indagare su dei fatti misteriosi che stanno accadendo nella città: sembrerebbe che i morti stiano tornando in vita, e la ragazza deve scoprire chi si cela dietro la mente che ha permesso tutto ciò. Per farlo, siccome quasi nessuno sa della sua esistenza, si finge la sorella gemella Cassandra, che è costretta a letto a causa di una grave malattia che ha sin dalla nascita, quando le due sono state separate e Cordelia si è spostata in Inghilterra con la madre. Fingendosi la sorella, la nostra spia non ha problemi a muoversi tra i diversi ranghi della società veneziana, se non fosse per il fatto che è costretta a mentire anche a Cassian, l'uomo che è stato promesso alla gemella. E le cose si complicano quando tra i due sembrerebbe nascere qualcosa. Ma chi si cela dietro al mistero dei morti che tornano in vita?
"Nella confusione variopinta di abiti da sera e valletti che correvano portando biglietti, non tardò a individuare Cassian. La figura alta, le spalle larghe, i capelli neri senza cipria o parrucca spiccavano tra i damerini che, a suo confronto, sembravano solo esseri sbiaditi, rumore di fondo che tacque di colpo quando lui sollevò lo sguardo e trovò il suo."
Io non ho parole per descrivere questo romanzo se non "perfetto", non mi viene in mente nulla che non mi sia piaciuto.
I personaggi sono senza ombra di dubbio l'aspetto del romanzo che più ho amato: tutti interessantissimi e ben caratterizzati, che si insinuano nel cuore del lettore e non se ne vogliono più andare, che vi faranno innamorare perdutamente. Il mio cuore batte inesorabilmente per Cassian D'Armer, ma non posso nascondere anche la mia immensa cotta per Giacomo Casanova e la sua simpatia. In realtà, ogni personaggio si è preso un pezzo del mio cuore, a partire dai quattro gentiluomini, ovvero Cassian, Giacomo, Manuel e Alain, ma passando anche per la protagonista, Cordelia, una spia forte e intrepida, ma anche una donna fragile.
Per non parlare delle ship! Ragazzi, consideratevi avvisati: qui partono tante ship, una più bella dell'altra.
Se siete abituati a romanzi semplici e lineari, potreste forse fare un po' di fatica all'inizio ad abituarvi alla scrittura poetica e sofisticata di Virginia, ma dopo i primi bellissimi capitoli vedrete che non riuscirete più a staccarvi e che la vostra lettura scorrerà liscia come l'olio. Lo stile di Virginia mi ha completamente (ri)conquistata: è così elegante, così poetico e magnifico, che leggere questo romanzo è stata una gioia per gli occhi. Non mancano poi scene romantiche, scene più comiche, che ti fanno scoppiare a ridere sul treno, come anche quelle più "macabre" e dark, che comunque catturano il lettore per la loro bellezza, e i misteri che vi lasceranno con il fiato in gola. Per non parlare delle descrizioni dettagliate e precise della vita veneziana del 1700: perché, anche se a tratti potrebbe sembrare un romanzo semi-fantasy, potrebbe essere considerato anche un romanzo storico, e sotto questo punto di vista l'ho trovato eccezionale e assolutamente incantevole.
"Lei lo osservava, respirando più piano possibile, intimamente certa che, accorgendosi dei suoi occhi rapiti, del profondo struggimento che dovevano lasciar trasparire, sarebbe svanito come un sogno all’alba o come una di quelle creature leggendarie dalla bellezza inumana destinate a sciogliersi nel vento o nella spuma nel mare non appena profanati da uno sguardo."
Questo è uno di quei romanzi che vorrei non aver mai letto, solo per poterlo rileggere di nuovo come se fosse la prima volta. Sicuramente rientrerà nei preferiti del 2016 e necessito subito di altri romanzi di Virginia, perché mi mancano già tutti quanti i miei amati personaggi!
Il mio voto: 5+
INTERVISTA A VIRGINIA DE WINTER
Siccome è passato qualche anno da quando hai scritto “Black Friars. L’ordine della Spada”, cosa è cambiato nel tuo modo di scrivere? Ti senti cresciuta rispetto a quando hai scritto questa tua prima storia?
Per me era ieri. Mi rendo conto che sono passati degli anni, ma per me era ieri. Io a quel libro ho cominciato a metterci veramente mano (nonostante avessi già scritto qualche bozza tra una fanfiction e l’altra) intorno all’aprile del 2006. Era terminata la stagione di pattinaggio, volevo morire, e stavo chiusa insieme ai miei genitori nella mia casa al mare. Tra le altre cose, in quel periodo dell’anno non c’è nessuno al mare, e quindi scrivevo. Ho cominciato a dare una vera forma al primo Black Friars, ma lo scrivevo a tempo perso, un giorno 20 pagine, quello dopo una parola. Alla fine quel libro per me è un diario, non pensavo che qualcuno lo avrebbe mai letto, per questo probabilmente tra tutti quelli che ho scritto è quello più incomprensibile, perché non mi passava nemmeno per l’anticamera del cervello che qualcuno potesse leggerlo, quindi non era rivolto ad un pubblico, non mi doveva capire nessuno, solo io, e ci mettevo dentro mano a mano le cose che mi piacevano: i personaggi che mi piacevano, i piatti che mi piacevano, le città che mi piacevano. Poi è successo che quando mancavano pochissimi capitoli alla fine mi ha contatta Pamela di Fazi Editore che aveva trovato su EFP le mie fanfiction e le erano piaciute. Mi ha chiesto se avevo qualcosa da parte, un romanzo nel cassetto, e le ho mandato il primo capitolo quattro volte, perché nel frattempo l’ho corretto ventisette volte. Poi ho continuato a mandarglieli a mano a mano, e quando mi chiedeva di mandarle anche gli altri le rispondevo “Ma no, ho paura di disturbarti”. Alla fine a loro è piaciuto, l’hanno proposto all’editore, che mi ha dato fiducia perché pubblicare quella mattonata di un esordiente è come fare un salto alla cieca. Invece poi è andata bene, soprattutto per me, perché Black Friars lo considero una casa. Un libro che scrivi è casa tua, non te ne vuoi staccare, per questo per me è come se fosse stato ieri.
Però la crescita c’è stata perché quando entri a far parte di un sistema come l’editoria capisci anche che non puoi soltanto scrivere come se stessi scrivendo per te stesso, chi legge deve anche essere in grado di capire. Io capisco le persone a cui non è piaciuto il mio primo libro, perché era un libro che non era stato scritto per essere letto. Invece quando vai a raccontare una cosa nei libri successivi, magari lo stile resta uguale, ma si snellisce, diventa più lineare. Quindi pur mantenendo il mio stile, penso che sia maturato. In fondo sono passata da 700 pagine a 400 con “La spia del mare”.
All’inizio del romanzo hai messo una citazione tratta da “I tre moschettieri”, e leggendo poi il prologo mi è subito venuto in mente il film “I tre moschettieri” di Paul W. S. Anderson (2011). Volevo chiederti se l’avevi visto e se avevi tratto ispirazione anche da quello.
Sì, ho visto tutti i film dei Tre Moschettieri, le edizioni vecchie e nuove, tutte le serie tv, perché mi piace da morire. Le citazioni dei Tre Moschettieri non si fermano lì: c’è la citazione all'inizio; Cordelia di cognome fa Beckson, il nome che usa è Sheffield, e il suo secondo nome è Anne. Se andata a cercare nei Tre Moschettieri tutti i nomi di Milady De Winter voi vedete i cognomi di Milady e anche i cognomi delle attrici che l’hanno interpretata negli anni passati. Il nome della mamma di Cordelia e Cassandra è Charlotte Beckson, che è Milady De Winter, e il suo secondo nome è Lana, come Lana Turner. Ci sono riferimenti sia ai film più vecchi sia ai libri. Se andate a vedere i nomi dei Mori di Manuel, poi andate a cercare i nomi dei servitori dei tre moschettieri. Quello è un libro che amo veramente tanto, a me Dumas piace tantissimo come autore: quello che ha inventato nella narrativa storica, conservare la cornice e alterare il quadro, è stato il primo a farlo in letteratura e tutti quanti abbiamo imparato da lui, e resta comunque un maestro. “I tre moschettieri” è una parte della mia vita e lo cito. Poi quando vai a parlare di una spia che è una donna, viene naturale pensare a Lady De Winter.
Quindi il tuo nome deriva da Lady De Winter?
Sì, esatto! Lei è un’avventuriera con una storia molto tormentata alle spalle, un agente segreto del cardinale. Dumas ci ha insegnato tutto. Parti da lui e puoi fare qualsiasi cosa.
Stai lavorando a qualcosa di nuovo?
Io lavoro sempre, perciò sì, sto lavorando a qualcosa. Davvero, non mi fermo mai, ho tantissime cose inedite.
Per leggere la seconda parte, andate su "Il castello tra le nuvole".
Che ne pensate? Avete già letto il romanzo? Vi ispira? Fatemi sapere *-*
A presto,
Silvy
Corro subito a comprarlo!Sai se ha un blog e se sì il nome? Grazie:)
RispondiEliminaChe io sappia non ha un blog, ma la puoi trovare su Twitter (@DittAutrice) e Instagram (@virginiadewinter), e in teoria ha anche un sito (virginiadewinter.net), ma al momento non funziona!
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